Articoli

Il Processo Civile Telematico dell’emergenza

di Daniela Muradore
Avvocato in Milano e Formatore pct

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 recante Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Con riferimento all’attività giudiziaria civile, è previsto il differimento, dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020, delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari rinviate d’ufficio a data successiva al 15 aprile 2020 (art. 83, comma 1).

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Breve commento al ddl n. 1662/2020

Delega al governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie

di Daniela Muradore
Avvocato in Milano e Formatore pct

Lo scorso 9 gennaio è stato presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro della Giustizia il disegno di legge delega per la riforma del processo civile che prevede alcuni interessanti sviluppi nell’ambito del processo telematico.

Come si legge nella Relazione introduttiva al Disegno, e nello stesso articolo 1, le disposizioni contenute nello stesso si prefiggono di incidere profondamente sulla disciplina del processo civile e degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, in funzione degli obiettivi di semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo civile.

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Notifiche in proprio a mezzo PEC e pubblici elenchi: la Cassazione si corregge sull’attendibilità del registro INI-PEC

di Chiara Imbrosciano
Formatore PCT ed esperta in informatica giudiziaria applicata.

Prudentemente la Cassazione, con ordinanza n. 29749 del 15 novembre 2019, ha proceduto d’ufficio a correggere l’errore materiale contenuto nell’ordinanza n. 24160/2019 con cui la stessa Cassazione, pur in un obiter dictum, aveva ribadito la presunta “inattendibilità” del registro INI-PEC, applicando il discusso precedente costituito da Cass. n. 3709/2019 secondo cui “per una valida notifica tramite PEC si deve estrarre l’indirizzo del destinatario solo dal pubblico registro ReGIndE e non dal pubblico registro INI-PEC”.

Il caso

Il Tribunale di Genova – investito di una controversia di querela di falso ex art. 221 c.p.c. proposta nei confronti di un magistrato del Tribunale di Firenze con riguardo ai provvedimenti da quest’ultimo emessi in un giudizio civile – rilevava d’ufficio la propria incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Firenze e rinviava la causa per consentire all’attrice di munirsi di nuovo difensore e per l’eventuale deposito di memorie.

Tale ordinanza veniva impugnata con ricorso per regolamento di competenza.

Il ricorso veniva notificato a mezzo PEC al magistrato intimato ai seguenti due indirizzi quali pretesi luoghi di elezione di domicilio dello stesso:
– presso un indirizzo PEC riferito al Protocollo del Tribunale di Firenze estratto dal pubblico registro INI-PEC;
– presso un indirizzo PEC riferito alla cancelleria dell’immigrazione dello stesso Tribunale di Firenze estratto dal pubblico elenco ReGIndE.

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Pec e Processo Penale Telematico

di Daniela Muradore
Avvocato in Milano e Formatore pct

La recente sentenza della sezione III della Corte di Cassazione n. 37126 del maggio di quest’anno affronta il tema della validità della trasmissione di una istanza a mezzo Posta Elettronica Certificata per opera di una parte privata alla Cancelleria del Giudice competente, affermandone l’invalidità.

Nel caso di specie, il difensore aveva inviato a mezzo Posta Elettronica Certificata alla Corte di Appello di Firenze una istanza per il differimento dell’udienza fissata per il 18 giugno 2018, istanza non presa in considerazione della Corte, nonostante le attestazioni di avvenuto ricevimento dell’istanza all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata della competente Cancelleria.

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30 GIUGNO 2014 – 30 GIUGNO 2019: UN LUSTRO DI PROCESSO CIVILE TELEMATICO OBBLIGATORIO

LA TECNOLOGIA È LO STUDIO TEORICO DEI PROBLEMI GENERALI DELLA TECNICA

INTERVISTA ALL’AVV. ANDREA STANCHI

Il 30 giugno 2014 è entrato in vigore il processo civile telematico obbligatorio nei procedimenti avanti il Tribunale. L’obbligatorietà dell’utilizzo dello strumento tecnologico nel processo – dal giugno del 2015, in vigore anche nei procedimenti di secondo grado avanti la Corte di Appello – è stata, in questi anni, fonte di elaborazioni giurisprudenziali a tratti controverse, di ampie disquisizioni, di approfondimenti, di evoluzioni tecnologiche di sistema, e, certamente per gli avvocati, di frequenti ansie notturne.

Abbiamo quindi deciso di cercare di fare il punto della situazione, dopo i primi cinque anni di processo telematico civile “obbligatorio”, traendo spunto da quanto è accaduto nelle aule di giustizia, nelle sessioni di studio, nei convegni e nei vari percorsi dialettici di evoluzione della disciplina. Disciplina che, ancora oggi, è considerata troppo spesso quale mero strumento tecnologico del processo, avulso e scollegato da quest’ultimo, mentre, da più autori ed esperti, deve essere considerato quale mezzo di evoluzione del processo, che non può rispondere a regole create per essere applicate solo sulla “carta”.

Abbiamo quindi ipotizzato cinque domande, elencate di seguito, da porre a soggetti che in questi anni hanno fatto e realizzato processo civile telematico: applicandolo, studiandolo e dando, comunque, un contributo alla sua formazione ed evoluzione. Le domande attengono allo stato dell’arte del PCT ed alla sua possibile evoluzione.

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