L’espropriazione presso terzi dopo la Riforma Cartabia
di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio
La Riforma Cartabia è intervenuta anche sulla disciplina del processo esecutivo e tra le varie novità introdotte, in particolare, spicca la modifica dell’espropriazione presso terzi, riformandone parzialmente la disciplina sia per il creditore che per i terzi. Nel Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19 contenente “Ulteriori disposizioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR), infatti, compare anche il pignoramento dei crediti presso terzi a cui è dedicato l’intero art. 25. Queste novità riguardano in particolare la procedura di notifica del pignoramento e hanno l’obiettivo di rendere il processo più trasparente ed equo. Il pignoramento presso terzi è una delle diverse opportunità che i creditori hanno a disposizione per poter aggredire i beni del debitore, al fine di soddisfare le proprie pretese di credito, è una procedura che concerne i beni del debitore che non sono in suo diretto possesso ma nella disponibilità di un terzo. La disciplina dell’istituto trova la propria fonte normativa dall’articolo 543 del codice di procedura civile e seguenti. In base alla nuova formulazione l’art. 543 c.p.c. impone al creditore di comunicare al debitore e al terzo custode l’avviso dell’iscrizione a ruolo e di depositare poi l’atto notificato nel fascicolo dell’esecuzione entro l’udienza di comparizione come indicata nell’atto. In passato, poteva accadere che il debitore venisse a conoscenza del pignoramento solo in una fase avanzata del procedimento, limitando così la sua possibilità di difesa. La mancata notifica o il mancato deposito comportano l’inefficacia del pignoramento, dando così al debitore una maggiore possibilità di intervenire tempestivamente e difendere i propri diritti.
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