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Verso un processo civile sempre più telematico dopo il correttivo della Riforma Cartabia

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


La giustizia civile italiana compie un nuovo passo verso la digitalizzazione con il recente Decreto Legislativo, correttivo della Riforma Cartabia, approvato dal Governo il 29 ottobre 2024. Il Decreto rappresenta un tassello fondamentale nel processo di modernizzazione del sistema giudiziario italiano, consolidando e perfezionando le disposizioni introdotte dalla riforma Cartabia. L’intervento legislativo pone un forte accento sulla digitalizzazione delle procedure giudiziarie, con l’obiettivo di rendere la giustizia civile più efficiente, accessibile e trasparente. Tra i principali temi trattati vi sono la pubblicazione delle sentenze, le modalità di comunicazione e notificazione, nonché la costituzione in giudizio delle parti.

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Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC): termini e scadenze nei procedimenti e prime sentenze di merito

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


Il Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC) è un tribunale sovranazionale che ha competenza esclusiva per le azioni relative ai brevetti unitari. In particolare, dinanzi al Tribunale unificato dei brevetti è possibile iniziare i seguenti procedimenti: azioni contro violazioni commesse o minacciate, domande riconvenzionali di nullità, azioni di nullità, azioni di risarcimento e richieste di misure e ingiunzioni provvisorie e cautelari.

La competenza dell’UPC si estende inoltre ai brevetti europei esistenti e futuri negli Stati membri dell’UE che partecipano al nuovo sistema (c.d.“Opt-Out”). La procedura di opt-out offre la possibilità ai titolari dei brevetti europei tradizionali di sottrarre all’UPC la giurisdizione su di essi, così deferendola esclusivamente alle corti nazionali; la scelta, revocabile a condizione che nel frattempo non siano stati avviati procedimenti nazionali relativi ai brevetti in questione, deve essere compiuta nell’arco temporale di sette anni (prorogabile per altri sette anni) decorrente dal terzo mese antecedente l’inaugurazione del sistema (il periodo di tre mesi che ha preceduto l’avvio dei lavori, nel quale era già possibile esercitare l’opt-out, è stato denominato “sunrise period”). Nel periodo transitorio, i brevetti europei tradizionali sono ad ogni modo soggetti alla competenza concorrente dell’UPC e dei tribunali nazionali; pertanto, a prescindere dall’esercizio della facoltà di opt-out, competenti a giudicare la validità o contraffazione di brevetti europei tradizionali rimarranno altresì le corti nazionali.

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PCT e giurisprudenza: i rimedi agli errori materiali

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


A circa dieci anni dall’introduzione dell’obbligatorietà di deposito telematico l’arrivo delle nuove specifiche tecniche, in vigore già dal 30 settembre 2024, è il segno che il Processo Civile Telematico (PCT) è in continua evoluzione. Per provvedere al deposito di atti e documenti processuali è necessario “confezionarli” e spedirli in una “busta” secondo specifiche regole tecniche, più precisamente il procedimento di creazione della “busta” informatica contenente l’atto firmato digitalmente e i documenti prevede che il professionista inserisca i dati di corredo e selezioni le opzioni che consentono al software redattore di confezionare il plico nel formato ammesso dalle specifiche ministeriali; ciò garantisce il corretto instradamento ed elaborazione della busta all’interno dei sistemi informatici degli Uffici Giudiziari. L’utilizzo del PCT, non sempre agevole per molti avvocati, ha celato insidie e criticità portando alla creazione di frequenti errori materiali di deposito telematico. Ipotesi riguardanti anomalie conseguenti ad errate indicazioni di dati nella redazione della “busta”, ascrivibili ad errore del mittente e indipendenti da problemi squisitamente tecnici relativi al dispositivo di firma digitale o al “redattore”. Ma cosa succede se un deposito viene eseguito ad un indirizzo PEC non più attivo? O se il deposito viene eseguito nel fascicolo telematico errato? O nel caso di deposito eseguito in un registro di cancelleria errato? In merito a queste e ad altre problematiche troviamo pronunce giurisprudenziali e contributi dottrinari.

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L’espropriazione presso terzi dopo la Riforma Cartabia

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


La Riforma Cartabia è intervenuta anche sulla disciplina del processo esecutivo e tra le varie novità introdotte, in particolare, spicca la modifica dell’espropriazione presso terzi, riformandone parzialmente la disciplina sia per il creditore che per i terzi. Nel Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19 contenente “Ulteriori disposizioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR), infatti, compare anche il pignoramento dei crediti presso terzi a cui è dedicato l’intero art. 25. Queste novità riguardano in particolare la procedura di notifica del pignoramento e hanno l’obiettivo di rendere il processo più trasparente ed equo. Il pignoramento presso terzi è una delle diverse opportunità che i creditori hanno a disposizione per poter aggredire i beni del debitore, al fine di soddisfare le proprie pretese di credito, è una procedura che concerne i beni del debitore che non sono in suo diretto possesso ma nella disponibilità di un terzo. La disciplina dell’istituto trova la propria fonte normativa dall’articolo 543 del codice di procedura civile e seguenti. In base alla nuova formulazione l’art. 543 c.p.c.  impone al creditore di comunicare al debitore e al terzo custode l’avviso dell’iscrizione a ruolo e di depositare poi l’atto notificato nel fascicolo dell’esecuzione entro l’udienza di comparizione come indicata nell’atto. In passato, poteva accadere che il debitore venisse a conoscenza del pignoramento solo in una fase avanzata del procedimento, limitando così la sua possibilità di difesa. La mancata notifica o il mancato deposito comportano l’inefficacia del pignoramento, dando così al debitore una maggiore possibilità di intervenire tempestivamente e difendere i propri diritti.

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Mediazione civile e negoziazione assistita dopo la Riforma Cartabia

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


Il D. Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, pubblicato in G.U. in data 17 ottobre 2022, ha dato attuazione alla Legge del 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata, recependo le innovazioni previste, nell’ambito del processo civile, dalla c.d. Riforma Cartabia con riferimento ai sistemi di risoluzione alternativa delle controversie (A.D.R. ovvero Alternative Dispute Resolution)– mediazione e negoziazione assistita.

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