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I rischi emergenti dell’intelligenza artificiale generativa: i casi di Claude Opus 4 e Google Veo 3 nel contesto normativo

di Luca Frabboni – Maat Srl


L’intelligenza artificiale (IA), in particolare nella sua declinazione generativa (Generative Artificial Intelligence, GAI), sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella trasformazione digitale della società contemporanea. I modelli generativi più avanzati sono oggi in grado di produrre contenuti testuali, visivi e audiovisivi con un livello di realismo tale da rendere difficile, se non impossibile, distinguerli da quelli creati da esseri umani. Tuttavia, questa evoluzione tecnologica porta con sé rischi di portata sistemica, che interpellano in modo diretto il diritto e impongono l’elaborazione di un quadro normativo solido ed efficace.

Recenti casi di studio — in particolare i comportamenti osservati nel modello Claude Opus 4 di Anthropic e nel sistema text-to-video Google Veo 3 — offrono elementi concreti per riflettere sulla natura e sull’intensità di tali rischi. L’obiettivo del presente contributo è analizzare le implicazioni giuridiche emergenti da questi sviluppi tecnologici, con uno specifico riferimento all’orientamento regolatorio dell’Unione Europea e all’AI Act.

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Intelligenza artificiale e futuro del giornalismo

di Luca Frabboni – Maat Srl


Dopo aver esplorato in diversi articoli l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore legale e le sue implicazioni per gli avvocati, è interessante analizzare come questa tecnologia stia trasformando un settore chiave dell’informazione: il giornalismo. Come per la professione legale, anche nel mondo dell’informazione l’IA non rappresenta una minaccia sostitutiva, ma un’opportunità di evoluzione che richiede nuove competenze, consapevolezza etica e un approccio strategico all’innovazione.

L’IA come alleato strategico del giornalismo

L’intelligenza artificiale non deve essere percepita come una minaccia sostitutiva per il giornalismo, bensì come un alleato strategico in grado di trasformare profondamente l’ecosistema dell’informazione. L’adozione consapevole della tecnologia consente di automatizzare mansioni ripetitive e a basso valore aggiunto, permettendo ai giornalisti di concentrarsi su attività che richiedono analisi critica, contestualizzazione complessa e una narrazione empatica e coinvolgente.

Il giornalista contemporaneo si evolve nel ruolo di “curatore aumentato”: una figura in cui l’IA non sostituisce, ma potenzia le capacità umane. L’autonomia editoriale, la responsabilità etica e l’accuratezza delle informazioni rimangono prerogative imprescindibili del professionista. Ne è un esempio emblematico il progetto Echo del New York Times, in cui l’IA coadiuva la redazione senza mai sostituirla, generando output che vengono sempre sottoposti a revisione da parte di editor umani.

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L’evoluzione del Processo Amministrativo Telematico tra esigenze sistemiche e novità operative: il D.P.C.S. 9 maggio 2025

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


Il Processo Amministrativo Telematico (PAT), introdotto dall’art. 38 del D.L. n. 90/2014 e divenuto obbligatorio dal 1° gennaio 2017, ha rappresentato una pietra miliare nella digitalizzazione della giustizia amministrativa italiana. Negli anni, l’esperienza maturata, unita alle criticità emerse soprattutto nel contesto pandemico e alle spinte riformatrici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha evidenziato la necessità di un intervento normativo e tecnologico di portata innovativa.

In tale contesto il D.P.C.S. 9 maggio 2025 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 2025 – https://www.giustizia-amministrativa.it/-/152174-519) operativo dal 1° giugno 2025, rappresenta un significativo salto di qualità per il PAT, imponendo un nuovo paradigma digitale che vede come fulcro la piattaforma “Formweb”. Tale innovazione si inserisce in un quadro giuridico più ampio, volto a bilanciare efficienza, sicurezza e tracciabilità con i principi costituzionali di effettività della difesa e ragionevole durata del processo (artt. 24 e 111 Cost.).

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L’intelligenza artificiale negli appalti pubblici: la sentenza del TAR Lazio n. 4546/2025

di Elisabetta Zimbè Zaire – Avvocato in Busto Arsizio


E’ stata corretto un errore presente nel contributo, nel quale era stata erratamente individuata la natura dell’appalto oggetto del contendere. Nel presente articolo viene fornita una descrizione corretta e aggiornata del caso e delle sue implicazioni.

Il caso concreto

L’appalto oggetto del contenzioso riguardava la stipula di un accordo quadro per i servizi di pulizia e sanificazione per gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale nella Regione Umbria (lotto n. 2, CIG A03C4F606E). Una delle imprese partecipanti aveva dichiarato di utilizzare, nell’esecuzione del contratto, una piattaforma basata su IA per ottimizzare la gestione delle attività e l’elaborazione dei report.

Un concorrente ha impugnato l’aggiudicazione, lamentando un presunto vantaggio competitivo illecito derivante dall’uso dell’IA e denunciando violazioni dei principi di parità di trattamento, concorrenza e affidabilità.

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La memoria persistente di ChatGPT: analisi critica ed implicazioni giuridiche

di Luca Frabboni – Maat Srl


L’evoluzione degli strumenti di intelligenza artificiale conversazionale ha recentemente segnato un punto di svolta significativo con l’implementazione della “memoria persistente” di ChatGPT. Tale innovazione rappresenta un cambiamento paradigmatico nelle modalità di interazione uomo-macchina, introducendo potenzialità rilevanti ma anche criticità sostanziali per i professionisti del diritto. Il presente contributo si propone di analizzare, con approccio critico e metodologico, le caratteristiche di questa funzionalità, le sue implicazioni giuridiche e i profili di rischio che devono essere attentamente considerati nell’ambito della pratica forense.

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