Firma digitale e PCT

 

Firma digitale, Consolle Magistrato e Registri di Cancelleria

Da febbraio 2014, gli applicativi della Giustizia Civile (Consolle Magistrato 7.7.0, SICID 3.9.0 e SIECIC 3.10.0) utilizzano quale formato di firma digitale dei provvedimenti il PAdES, in sostituzione del CAdES precedentemente utilizzato.

Di tale cambiamento tuttavia non si sono accorti gli utenti finali, eccezion fatta per la cancelleria, che grazie ad una apposita funzione del suo applicativo, già da tempo può scaricare gli originali sottoscritti con firma digitale.

Gli altri utenti del PCT, invece, hanno avuto finora a disposizione mere copie informatiche, trattasi di PDF semplici, identici per contenuto agli originali, ma non firmati, arricchiti dalla presenza di una “coccardina”, aggiunta per rappresentare graficamente la presenza della firma digitale sull’originale.

 

 

E’ bene ribadire che tale fregio grafico presente sulla copia informatica non ha di per sé alcun valore giuridico, né è sufficiente ad attestare la validità della firma digitale sul documento originario. La sua funzione è di mero indicatore di presenza di una sottoscrizione digitale rilevata e verificata dai sistemi informatici della Giustizia Civile. Di conseguenza, l’assenza della coccardina non equivale all’assenza della firma digitale e non inficia in alcun modo la validità dello stesso.

Gli aggiornamenti introdotti recentemente nei sistemi informatici distrettuali degli Uffici Giudiziari di tutta Italia, vanno a modificare tutto ciò, consentendo quindi agli utenti l’accesso agli originali firmati digitalmente, o, più esattamente, al duplicato informatico degli stessi.

E’ possibile perciò scaricare i provvedimenti emessi dal Giudice e verificare direttamente la validità delle firme digitali PAdES apposte sugli stessi, a patto di aver configurato correttamente Adobe Reader, come indicato nell’articolo sulla firma digitale ed i suoi formati.

Una volta cliccato sul pulsante “Pannello firma”, sono visibili le revisioni del documento ed il dettaglio delle firme digitali apposte.

 

 

Non deve trarre in inganno l’avvertimento “Almeno una delle firme non è valida”. E’ normale e denota che tutto funziona regolarmente. Il documento PDF risulta infatti modificato dopo l’apposizione della firma digitale da parte del magistrato che ha emesso il decreto ingiuntivo e della controfirma del cancelliere.

Tale modifica altro non è che la stampigliatura blu che riporta i dati del decreto emesso (numero, data emissione, RG), dati che notoriamente vengono inseriti dalla cancelleria successivamente al deposito telematico del magistrato.

Nulla vieta in ogni caso all’utente di visualizzare il documento originale firmato digitalmente, sfruttando la gestione delle revisioni, specifica dei file firmati in PAdES.