Approvazione definitiva del Disegno di Legge n. 1146: l’Italia si dota della prima legge quadro sull’intelligenza artificiale

di Luca Frabboni – Maat Srl


Con 77 voti favorevoli, 55 contrari e 2 astenuti, il Senato della Repubblica ha definitivamente approvato nella seduta del 17 settembre 2025 il Disegno di Legge n. 1146 recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, sancendo l’ingresso dell’ordinamento italiano nell’era della regolamentazione sistematica dell’intelligenza artificiale.

Il percorso parlamentare

L’iter legislativo si è articolato attraverso un complesso procedimento di navette parlamentari che ha richiesto tre letture:

  • Prima lettura al Senato: approvazione del 20 marzo 2025 con l’introduzione di significative modificazioni al testo governativo originario;
  • Seconda lettura alla Camera: approvazione del 25 giugno 2025 con ulteriori emendamenti che hanno comportato la necessità di un nuovo passaggio senatoriale;
  • Terza lettura e approvazione definitiva al Senato: 17 settembre 2025, che ha concluso l’iter legislativo.

Il provvedimento, presentato dal Governo Meloni e firmato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, è ora pronto per la promulgazione presidenziale e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

L’architettura normativa della legge

Il testo definitivo, articolato in 28 disposizioni suddivise in sei capi, delinea un quadro organico di principi e disposizioni operative che si pongono in perfetta sintonia con il Regolamento (UE) 2024/1689 (AI Act). La normativa italiana, infatti, stabilisce espressamente che “le disposizioni della presente legge si interpretano e si applicano conformemente al regolamento (UE) 2024/1689”, garantendo così coerenza nell’applicazione del diritto dell’Unione in materia.

I principi fondamentali

La legge pone al centro dell’impianto normativo il rispetto dei diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione e dall’Unione europea, unitamente ai principi di correttezza, attendibilità, sicurezza, qualità, appropriatezza, proporzionalità, autonomia umana, prevenzione del danno, conoscibilità, trasparenza e spiegabilità. Particolare attenzione è rivolta alla tutela dell’eguaglianza tra le persone, del metodo democratico e del pieno accesso delle persone con disabilità ai sistemi di intelligenza artificiale.

La governance istituzionale

Dal punto di vista della governance, la legge designa l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) quali Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale, secondo un modello di co-responsabilità che assegna ad AgID le funzioni di promozione e conformità tecnica, mentre all’ACN spettano i profili di sicurezza e vigilanza.

L’innovazione nell’amministrazione della giustizia

Di particolare interesse per la comunità giuridica sono le disposizioni dedicate all’impiego dell’intelligenza artificiale nell’attività giudiziaria. L’articolo 15 della legge stabilisce che “nei casi di impiego dei sistemi di intelligenza artificiale nell’attività giudiziaria è sempre riservata al magistrato ogni decisione sull’interpretazione e sull’applicazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione dei provvedimenti”, codificando il principio antropocentrico che subordina la tecnologia al controllo umano nelle funzioni giurisdizionali.

La normativa ammette l’utilizzo dell’AI in tre specifici ambiti: l’organizzazione dei sistemi relativi alla giustizia, il supporto all’attività di ricerca giurisprudenziale e dottrinale, e l’ausilio nell’analisi di documenti e atti processuali, demandando al Ministero della Giustizia la disciplina operativa di tali applicazioni.

Le deleghe legislative

Il provvedimento conferisce al Governo ampie deleghe da esercitare entro dodici mesi dall’entrata in vigore, finalizzate all’adeguamento della normativa nazionale all’AI Act europeo e alla specificazione della disciplina dei casi di realizzazione e impiego illeciti dei sistemi di intelligenza artificiale. Tali deleghe rappresenteranno il banco di prova dell’effettiva capacità del legislatore italiano di tradurre i principi generali in regole operative concrete.

Implicazioni per la professione legale

L’approvazione della legge comporta significative implicazioni per gli operatori del diritto. Il capo IV della legge interviene sulla disciplina del diritto d’autore, estendendo la tutela alle opere di ingegno umano “anche laddove create con l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale, purché costituenti risultato del lavoro intellettuale dell’autore”, aprendo nuovi scenari interpretativi in materia di proprietà intellettuale.

Parallelamente, le modifiche al Codice penale prevedono l’inserimento dell’articolo 612-quater per reprimere la diffusione di deepfake che cagionino un danno ingiusto alla persona rappresentata, introducendo nuove fattispecie delittuose che richiederanno un approfondimento dogmatico e applicativo.

Prospettive applicative

L’entrata in vigore della legge segna l’inizio di una fase cruciale per l’ordinamento italiano, caratterizzata dalla necessità di conciliare l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti fondamentali. La vera sfida risiederà nell’attuazione operativa delle disposizioni attraverso i decreti delegati e i regolamenti ministeriali, che dovranno definire le modalità concrete di applicazione dei principi generali.

Per la comunità giuridica, l’approvazione della legge rappresenta un’opportunità per contribuire alla costruzione di un quadro normativo che sappia cogliere le potenzialità dell’intelligenza artificiale senza compromettere i valori fondanti dello Stato di diritto, in un equilibrio che richiederà competenze tecniche sempre più specialistiche e un approccio interdisciplinare nella risoluzione delle nuove questioni giuridiche che inevitabilmente emergeranno dall’applicazione pratica della normativa.


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