Innovazione legale: il caso EvenUp e l’utilizzo dell’IA nelle cause per lesioni negli Stati Uniti

di Andrea Rossetti[1]


Si sente molto parlare di Intelligenza artificiale il loro utilizzo in ambito lavorativo, al di là dell’entusiasmo, è ancora molto limitato. Almeno qui nel nostro paese. Dall’altra parte dell’Oceano, invece,  i sistemi di intelligenza artificiale sono già a disposizione degli studi legali. Ad agosto Forbes, una delle principali riviste economiche statunitensi, riporta la notizia di una startup EvenUp ( https://www.evenuplaw.com/ ), con già più di 1000 clienti, in grado di assistere gli avvocati nelle cause per lesioni personali.  EvenUp è cresciuto esponenzialmente in un arco di tempo molto breve, utilizzando sistemi di intelligenza artificiale, l’analisi predittiva avanzata e strategie innovative di apprendimento automatico. La piattaforma funziona facendo sì che gli avvocati carichino le cartelle cliniche dei loro clienti nel sistema di EvenUp, che attinge a oltre 250.000 sentenze e accordi, per produrre una richiesta di risarcimento appropriata.  Questo, secondo i fondatori, può rivoluzionare il modo in cui vengono valutati e gestiti i casi grazie ad algoritmi capaci di prevedere rapidamente il valore dei casi, di validarli e persino di assistere gli avvocati nella redazione delle loro lettere di richiesta.

In altri termini, EvenUp è in grado di analizzare i dati per trasformarli in informazione che possono essere strategicamente utilizzate nella causa. EvenUp ha l’ambizione di aver creato un nuovo settore, che combina la tecnologia e il diritto in modi inimmaginabili, fino a pochi anni fa.

Sfruttare la tecnologia in questo modo trasforma il modo in cui operano gli studi legali, sistematizzando e utilizzando efficacemente i dati accumulati. Attraverso l’analisi avanzata dei dati grazie a sistemi di intelligenza artificiale, uno studio può creare un database completo di casi passati, che permette a qualsiasi avvocato dello studio di accedere rapidamente e analizzare casi simili. Questo metodo non solo risparmia tempo, ma assicura anche decisioni più coerenti, informate e argomentate. Per esempio, se un avvocato sta gestendo un caso che coinvolge un tipo specifico di infortunio e trattamento, può facilmente filtrare e consultare i casi passati con parametri simili. Questo gli permette di fare benchmark e di pianificare strategie basate su dati storici, anziché iniziare ogni volta da zero. Questo approccio è particolarmente efficace quando si tratta con periti o avvocati difensori già noti, poiché offre una visione chiara delle loro tattiche e dei loro comportamenti, che sono fondamentali per negoziare accordi. Inoltre, fare riferimento a precedenti accordi interni non solo offre un vantaggio tattico, ma aiuta anche a costruire argomentazioni e strategie più robuste per i casi attuali. Questo, di fatto, arma gli avvocati con una vasta conoscenza e precedenti, rendendoli più efficaci ed efficienti. Questo è un esempio eccellente di come usare i dati può essere vantaggioso in campo legale, trasformando le informazioni in un asset strategico che può portare a migliori esiti e a compensi più elevati per i clienti.

Benché si stia parlando di una startup, non si tratta solo di un esperimento. Lo studio di McCready, specializzato in infortunistica (https://mccreadylaw.com/),  utilizza anche il prodotto di cronologia medica di EvenUp, che aiuta a visualizzare le cartelle cliniche di un cliente in timeline digeribili e visualizzazioni del calendario. Michael McCready, che gestisce quello che lui stesso definisce uno studio legale specializzato in lesioni personali “tecnologicamente avanzato” con 13 avvocati tra Chicago e Indianapolis, ha affermato che il prodotto EvenUp non solo ha fatto risparmiare tempo ai suoi avvocati, ma ha anche portato a risarcimenti mediamente più elevati. 

Ovviamente, non è possibile pensare di importare nel contesto italiano un prodotto di questo tipo: diverso è il modello di diritto, diverse sono le leggi e le pratiche; inoltre, il mercato italiano è probabilmente troppo piccolo per rendere redditizi i cospicui investimenti necessari in questo momento per sviluppare modelli di IA che siano funzionanti e rispettosi dell’AI Act. Ma queste startup indicano un futuro con il quale anche noi del vecchio continente dovremo fare i conti. Probabilmente tra non molto tempo.

[1] Andrea Rossetti è professore di Filosofia del diritto all’Università di Milano Bicocca. Insegna Informatica giuridica e AI and Law nel corso magistrale Human Centered Artificial Intelligence. E’ co-founder dello spin off universitario ReD Open https://www.redopen.it