Proroghe Giustizia 2025: il decreto del Governo interviene su Tribunale Famiglia, giudici di pace e tribunali locali, rimandando riforme cruciali per non distrarre risorse dagli obiettivi del PNRR
Il Governo, in data 8 agosto 2025, ha approvato il Decreto Legge n. 117/2025 – Misure urgenti in materia di Giustizia che introduce una serie di proroghe significative nel sistema giudiziario italiano. L’obiettivo dichiarato è chiaro: posticipare l’entrata in vigore di riforme strutturali per concentrare tutte le risorse e il personale sul raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) entro la scadenza cruciale del 30 giugno 2026. Questo provvedimento, contenuto principalmente nell’articolo 6 del decreto, incide su ambiti cruciali, dal nuovo Tribunale della Famiglia alla riforma della magistratura onoraria e alle competenze dei giudici di pace.
Nuovo Tribunale per la Famiglia: un rinvio strategico o il preludio a un ripensamento?
Una delle proroghe più rilevanti riguarda il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, introdotto dalla riforma Cartabia. Originariamente, l’entrata in vigore era prevista entro tre anni dalla riforma, ma ora il termine è stato esteso a quattro anni. Questo rinvio posticipa l’unificazione delle competenze che oggi sono divise tra tribunali ordinari, tribunali per i minorenni e sezioni specializzate.
La decisione ha immediatamente scatenato un dibattito politico: per alcuni è una misura tecnica e indispensabile per non compromettere gli obiettivi del PNRR; per altri, invece, è il primo segnale di un possibile ripensamento della riforma, che potrebbe portare a sostituire il nuovo tribunale con semplici sezioni specializzate all’interno degli uffici giudiziari già esistenti.
Proroghe per giudici di pace e magistratura onoraria
Il decreto interviene anche sulla riforma del giudice di pace e della magistratura onoraria, rinviandone l’entrata in vigore al 31 ottobre 2026. Questo significa che, per un ulteriore anno, i limiti di competenza e la disciplina transitoria per i giudici di pace e onorari rimarranno invariati.
Questa proroga è strettamente legata alla decisione di mantenere in servizio, fino a tale data, i magistrati ausiliari in Corte d’appello, garantendo così la continuità del personale necessario per affrontare e smaltire l’arretrato civile, un obiettivo primario del PNRR.
Tribunali e sezioni distaccate: un anno in più per garantire i servizi
Il decreto rimanda anche la riorganizzazione territoriale di alcuni uffici giudiziari. In particolare, la modifica delle circoscrizioni di L’Aquila e Chieti, prevista per il 2026, slitta al 1° gennaio 2027. Questo differimento assicura che i tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto continuino a funzionare per tutto il 2026.
Anche le sezioni distaccate insulari di Ischia, Lipari e Portoferraio restano operative fino al 31 dicembre 2026, con una proroga al 1° gennaio 2027 per specifiche funzioni. Queste proroghe rispondono all’esigenza di evitare vuoti di servizio in aree in cui la domanda di giustizia è alta e non può essere assorbita facilmente dagli uffici centrali.
Proroga anche per i professionisti dell’educazione
Infine, il decreto interviene anche sulle professioni pedagogiche. Viene posticipato al 31 marzo 2026 il termine entro il quale i professionisti dell’educazione devono presentare la domanda di iscrizione all’albo. Questo rinvio offre il tempo necessario per completare l’emanazione delle norme attuative, organizzare le procedure elettorali e rendere pienamente operativi gli organi rappresentativi.
Queste proroghe mostrano la chiara intenzione del Governo di usare il tempo a disposizione non per procedere con riforme complesse, ma per assicurare che il sistema giudiziario non si distragga dal raggiungimento dei target del PNRR, che rappresentano una priorità strategica per il Paese.
Avv.to Elisabetta Zimbè Zaire




