di Luca Frabboni – Maat srl
Il 2 febbraio 2025 è entrato in vigore la prima disposizione dell’AI Act, il regolamento europeo che disciplina l’uso dell’intelligenza artificiale. Questa norma introduce il divieto assoluto per i sistemi di AI considerati a rischio inaccettabile, in quanto rappresentano una minaccia diretta ai diritti fondamentali, alla sicurezza e ai principi democratici dell’Unione Europea.
L’AI Act adotta un approccio basato sul rischio, classificando i sistemi di intelligenza artificiale in quattro categorie principali:
- Rischio inaccettabile: sistemi vietati per i pericoli che pongono ai diritti e alla sicurezza delle persone. Rientrano in questa categoria:
- Manipolazione cognitiva tramite AI, che sfrutta vulnerabilità degli individui (es. bambini o persone con disabilità).
- Sistemi di punteggio sociale ispirati al modello cinese, che discriminano gli individui sulla base di comportamenti passati.
- Identificazione biometrica remota in tempo reale in spazi pubblici a fini di sorveglianza di massa (salvo eccezioni legate alla sicurezza nazionale).
- Sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati nei luoghi di lavoro e negli istituti scolastici.
- Rischio alto: sistemi sottoposti a rigorosi obblighi di conformità. Questa categoria include AI utilizzata per:
- Assunzioni e gestione del personale.
- Accesso a servizi essenziali (bancari, sanitari, sociali).
- Sicurezza delle infrastrutture critiche (trasporti, energia).
- Giustizia e attività di contrasto (polizia, tribunali).
- Rischio medio: sistemi che devono garantire trasparenza. Ad esempio, chatbot e AI generativa dovranno dichiarare di essere AI e fornire spiegazioni sui contenuti generati.
- Rischio basso: la maggior parte delle applicazioni di AI (come assistenti virtuali o sistemi di automazione) non è soggetta a regolamentazioni specifiche, ma devono garantire trasparenza e sicurezza.
L’AI Act introduce obblighi specifici per tutti gli attori coinvolti nello sviluppo e nell’utilizzo di sistemi di AI:
- Fornitori: chi sviluppa o commercializza sistemi di AI deve garantire conformità alle norme, effettuare test di sicurezza e registrare i sistemi di AI ad alto rischio in un’apposita banca dati europea.
- Distributori e Importatori: sono responsabili della conformità dei prodotti AI prima della loro distribuzione.
- Utilizzatori finali (deployer): chiunque utilizzi un sistema di AI ad alto rischio è responsabile del suo corretto utilizzo. Deve garantire che il sistema venga impiegato in conformità alle norme, monitorarne il funzionamento e informare gli utenti se interagiscono con un’AI.
Questo significa che anche aziende, studi legali, enti pubblici e privati che adottano AI dovranno assicurarsi che le soluzioni utilizzate siano conformi alle nuove normative. Ignorare queste disposizioni potrebbe comportare sanzioni severe, con multe fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale annuo per le violazioni più gravi.
L’introduzione dell’AI Act impone nuove responsabilità legali a chiunque operi con l’intelligenza artificiale. Data la complessità della normativa e i potenziali rischi, è fondamentale che le aziende e i professionisti che utilizzano l’AI si affidino a esperti del settore, capaci di:
- Valutare la conformità delle soluzioni AI utilizzate.
- Effettuare test e validazioni per ridurre i rischi di non conformità.
- Implementare misure di governance e mitigazione del rischio.
Gli studi legali, in particolare, dovranno assicurarsi che i loro strumenti di AI rispettino il segreto professionale e la protezione dei dati, evitando l’uso di sistemi non conformi che potrebbero compromettere la riservatezza dei clienti.
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Con l’AI Act ormai realtà, è essenziale adottare un approccio consapevole e conforme all’uso dell’intelligenza artificiale. Non rischiare di utilizzare strumenti non conformi! Affidati a PRONTO AI per una gestione sicura ed efficiente dell’AI nel tuo studio legale.
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