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Lo scorso 31 dicembre 2014, con l’entrata in vigore dell’obbligo di deposito telematico degli atti di parte anche nelle procedure pendenti al 30 giugno 2014, si è compiuta una tappa fondamentale nel percorso di informatizzazione del processo civile delineato dal d.l. n. 90/2014. 

Altre scadenze importanti sono alle porte: il 31 marzo diventerà obbligatorio il deposito telematico della nota di iscrizione a ruolo e delle copie informatiche di titolo esecutivo, precetto e altri documenti nei procedimenti di espropriazione forzata; il 30 giugno il PCT entrerà in vigore anche nelle Corti d’Appello per gli atti delle parti precedentemente costituite e del consulente tecnico.

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“Il processo civile telematico è ad oggi una scommessa vinta”

Fonte Ministero della giustizia – 30 dicembre 2014

Il ministro Orlando presenta i dati aggiornati:

Giustizia più snella e procedimenti moderni, efficienti e trasparenti. Con un considerevole risparmio di spesa per l’Erario. Sono i risultati già raggiunti dal processo civile telematico, obbligatorio dal 30 giugno scorso per tutti gli atti delle procedure civili iniziate dall’1 luglio 2014.

I dati, aggiornati al 30 novembre scorso, sono stati presentati oggi dal ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso di una conferenza stampa presso la sede di Via Arenula. E parlano chiaro: nell’ultimo anno il numero degli atti civili digitali è aumentato quasi del 500%; oltre un milione quelli depositati da avvocati e altri professionisti e quasi un milione e mezzo quelli dei magistrati. Anche i tempi delle cause risultano sensibilmente ridotti: nella rilevazione statistica condotta in 5 distretti (Ancona, Catania, Milano, Roma e Torino) si sono di fatto dimezzati; nella Capitale addirittura il 60% in meno. Cresce considerevolmente il numero di utenti che negli ultimi mesi ha iniziato ad usare i servizi telematici: quasi 900mila i soggetti abilitati alla consultazione, oltre 700mila quelli abilitati al deposito e alla ricezione. Quattro milioni gli accessi per la consultazione del fascicolo telematico, la banca dati disponibile on line, 24 ore su 24, per avvocati e parti dove vengono custoditi tutti gli atti depositati da magistrati, legali e consulenti: finora sono 5,7 milioni il totale complessivo degli atti e documenti in formato nativo digitale. Sale anche il numero dei download della app mobile “Giustizia civile” che consente la consultazione gratuita e anonima del fascicolo telematico. Il tutto per un risparmio di spesa per lo Stato relativo alle sole comunicazioni telematiche che si aggira intorno ai 43 milioni di euro (a cui deve aggiungersi il tempo risparmiato dagli utenti nel reperire le informazioni e dal personale delle cancellerie che può spostare energie dal lavoro di front office verso il back office).

Questi i prossimi passaggi del PCT verso l’integrale informatizzazione del procedimento:

  • a partire da domani, 31 dicembre 2014, diventano obbligatori il deposito degli atti endoprocedimentali nei tribunali (ovvero successivi agli atti introduttivi) in tutti le cause, anche quelle iscritte prima del 1 luglio 2014;
  • dal 31 marzo 2015 entreranno in vigore le iscrizioni a ruolo telematiche del pignoramento per le cause di esecuzione forzata;
  • dal 30 giugno 2015 anche le corti di appello si allineeranno all’obbligatorietà del telematico integrale per gli atti endoprocedimentali.

Lo stato dell’arte del processo civile telematico aggiornato al 30 novembre 2014

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Giustizia civile: il censimento speciale sulle pendenze di tutti gli uffici giudiziari

Fonte Ministero della giustizia – 14 novembre 2014

I numeri sulle pendenze e sull’arretrato della giustizia civile che grava su ogni singolo ufficio giudiziario sono da oggi disponibili per tutti, con il corredo di una serie di analisi di dettaglio e di tabelle disponibili per la prima volta alla consultazione online. La Direzione Generale di Statistica, articolazione interna del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, ha infatti ultimato la pubblicazione delle tabelle sui principali indicatori, globali e di dettaglio, di tutti gli uffici giudiziari.

L’operazione trasparenza realizzata dalla DG-Stat intende superare il tradizionale approccio al volume complessivo delle pendenze civili, che si limita ad indicare in 5,2 milioni gli “affari pendenti” senza distinzioni di tipologia di affare, grado del giudizio, collocazione geografica e soprattutto valutazione della distribuzione analitica delle anzianità di iscrizione di tutte le pendenze.

Lo studio svolto mette sotto la lente, con maggiore dovizia di particolari e di numeri, il carico nazionale degli affari civili pendenti, che annovera tutti i procedimenti portati all’esame dei giudici e non ancora conclusi al 30 giugno 2013: contenzioso civile ordinario, fallimenti, liti seriali come il risarcimento danni di veicoli e natanti, controversie previdenziali, procedimenti di volontaria giurisdizione, separazioni consensuali e giudiziali, divorzi contenziosi e divorzi consensuali, ricorsi per decreto ingiuntivo, tutele, curatele, amministrazioni di sostegno vengono così analizzati nel dettaglio secondo indicatori come la diversa natura, la quantità, la durata fisiologica (o necessitata). Il risultato di tale lavoro va ben al di là del mero calcolo statistico della «durata media dei processi civili», indicatore che purtroppo contribuisce pesantemente a relegare la giustizia italiana in fondo alle classifiche sull’efficienza dei sistemi giudiziari redatte dalle organizzazioni internazionali.

Dal momento che la durata media dei procedimenti civili è direttamente influenzata dall’anzianità di iscrizione di ciascun affare pendente, la DG-Stat ha provveduto inoltre a compilare due tabelle, una riservata alle Corti d’Appello e l’altra ai Tribunali ordinari, con Prospetti statistici selettivi (per anni e per materie) di tutti gli uffici giudiziari.

Il lavoro della DG-Stat – che pubblichiamo in esclusiva nel presente Speciale – si completa con l’illustrazione delle finalità dello studio e delle modalità di lettura delle tabelle, curate dal responsabile del DOG e dal direttore della Statistica.

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