PST: copia informatica, duplicato informatico ed impronta

 

di Luca Frabboni
Esperto in informatica giuridica e giudiziaria Maat Srl

 

Proseguiamo, concettualmente, il discorso iniziato con gli articoli precedentemente pubblicati: “Firma digitale e PCT” e “La firma digitale ed i suoi formati“.

Partiamo dalle definizioni di copia informatica e duplicato informatico dettate dal CAD all’art. 1:

“i-quater) copia informatica di documento informatico: il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui e’ tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari;

i-quinquies)  duplicato  informatico: il documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione, sullo stesso dispositivo o su dispositivi diversi, della medesima sequenza di valori binari del documento originario;”.

Sul Portale dei Servizi Telematici (http://pst.giustizia.it) è ora possibile scaricare oltre alla copia informatica, anche il duplicato informatico e l’impronta con hash md5, utile per verificare la corrispondenza del duplicato all’originale informatico, conservato sui server ministeriali, secondo le modalità di seguito illustrate.

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Aggiornamento Normativa, Giurisprudenza, Circolari, Protocolli e Glossario del 17 aprile 2015

La sezione “Normativa” è stata aggiornata con l’inserimento dei seguenti nuovi contenuti:

PROCESSO TELEMATICO

Testo integrale Provvedimento 16 aprile 2014, comprensivo di allegati

 

La sezione “Giurisprudenza” è stata aggiornata con l’inserimento dei seguenti nuovi contenuti:

– Trib. Padova, sent. 10 febbraio 2015

– Trib. Napoli, 20 marzo 2015

– Trib. Macerata, 25 marzo 2015 (est. Canullo)

 

La sezione “Circolari e protocolli” è stata aggiornata con l’inserimento dei seguenti nuovi contenuti:

– Note informative D.G.S.I.A. relative alle evolutive sui sistemi del civile 23.3.2015 (Aggiornamento Portale dei Servizi Telematici)

– Protocollo Tribunale ed Ordine Avvocati di Torino sulle copie di cortesia (18/07/2014)

– Tribunale di Torino – istruzioni per il deposito telematico degli atti delle procedure esecutive mobiliari ed immobiliari

 

La sezione “Glossario” è stata aggiornata con l’inserimento di 20 nuove voci.

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Firma digitale e PCT

 

di Luca Frabboni
Esperto in informatica giuridica e giudiziaria Maat Srl

 

Proseguiamo l’approfondimento sulla firma digitale, iniziato con questo articolo, concentrandoci sulle sue applicazioni pratiche nel Processo Civile Telematico.

Il Provvedimento del Ministero della Giustizia del 16 aprile 2014, come previsto dall’art. 34 del D.M. 44 del 21 febbraio 2011, reca le specifiche tecniche del Processo Civile Telematico (PCT) ed in particolare, all’art. 12, comma 2, stabilisce, riguardo alla trasmissione di atti e documenti informatici, il formato da utilizzare per la firma digitale.

Gli utenti, sia esterni (avvocati ed ausiliari del giudice) che interni (magistrati e cancellieri), possono utilizzare per la sottoscrizione digitale dei documenti informatici lo standard PAdES oppure in alternativa il CAdES.

E’ tuttavia evidente che, potendo il PAdES essere utilizzato unicamente per firmare digitalmente file PDF, solo il CAdES potrà essere usato per la sottoscrizione di tutti i restanti tipi di file previsti dall’art. 13 del Provvedimento (rtf, txt, jgp, gif, tiff, xml, eml, msg, zip, rar, arj).

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Interruzione servizi Portale dei Servizi Telematici dalle ore 18,30 del 17/04/2015 alle ore 8,30 del 18/04/2015

Fonte: Portale dei Servizi Telematici – 14 aprile 2015

Si comunica che a causa di improrogabili interventi all’impianto elettrico servente gli apparati di connessione ad internet, ospitati presso il CED di Napoli, il sito web del Portale dei Servizi Telematici non sarà disponibile dalle ore 18,30 del 17/04/2015 alle ore 8,30 del 18/04/2015.
Si precisa che saranno indisponibili i servizi di consultazione registri e pagamenti telematici.
Inoltre, saranno indisponibili i servizi di registrazione e consultazione del Registro Generale degli Indirizzi Elettronici (ReGIndE).
Tali servizi saranno indisponibili anche attraverso i Punti di Accesso o software specifici.

Link all’articolo

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Quando la notifica in proprio a mezzo pec ex L.53/1994 è obbligatoria

 

di Alessandro Nicotra
Avvocato in Milano e formatore PCT

Il seguente caso, riferito da un collega lombardo, merita un approfondimento perché rappresenta un’anomalia ed una “stortura” che non si sarebbe dovuta verificare. In un procedimento monitorio, l’avvocato del creditore ricorrente depositava direttamente da fuori distretto e non eleggeva un domicilio “fisico” presso lo studio di un collega, confidando che fosse funzionalmente e giuridicamente sufficiente indicare il proprio indirizzo PEC. Di tutt’altro avviso, l’avvocato del debitore resistente che notificava l’atto di citazione in opposizione in cancelleria, arrivando successivamente ad ottenere persino una sentenza pronunciata in contumacia che metteva così in condizione il collega, solo a quel punto messo a conoscenza del provvedimento notificato direttamente al cliente, di dover approntare giudizio di appello. Si tratta di una situazione limite che oggi non si potrebbe più verificare in quanto il d.l. 90/2014 convertito con la l. 11 agosto 2014, n. 114, con l’articolo 52, comma 1, lettera b) ha introdotto nel dl 179/2012 l’articolo 16-sexies, disciplinando compiutamente il c.d. domicilio digitale ed ha chiarito definitivamente che “salvo quanto previsto dall’articolo 366 del codice di procedura civile, quando la legge prevede che le notificazioni degli atti in materia civile al difensore siano eseguite, ad istanza di parte, presso la cancelleria dell’ufficio giudiziario, alla notificazione con le predette modalità può procedersi esclusivamente quando non sia possibile, per causa imputabile al destinatario, la notificazione presso l’indirizzo di posta elettronica certificata, risultante dagli elenchi di cui all’articolo 6-bis del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nonché dal registro generale degli indirizzi elettronici, gestito dal ministero della giustizia.».

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