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Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 3

Avvocato in Milano e formatore PCT

Formatore PCT ed esperta in informatica giudiziaria applicata

 

Ultimiamo la disamina del PAT, iniziata con i due precedenti articoli Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 1 e Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 2,  toccando ulteriori temi per i quali le differenze tra i due ambiti potrebbero talvolta essere foriere di equivoci, anche processuali.

Procura ex art. 8 del Regolamento(PAT) vs procura ex art. 83 c.p.c. (PCT)

Salvo i casi, ancora rari, di procura nativa digitale il difensore dovrà produrre una copia per immagine dell’originale cartaceo.

Il nuovo nato affronta il tema con maggiori preoccupazioni e, discostandosi dall’art. 83, c. 3, c.p.c., impone al difensore una asseverazione di conformità, ai sensi dell’art. 22, c. 2, CAD.

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Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 2

Avvocato in Milano e formatore PCT

Formatore PCT ed esperta in informatica giudiziaria applicata

 

Riprendiamo l’esame della disciplina del processo amministrativo telematico, iniziata nel precedente articolo: Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 1

Analizzati i formati ammessi dalle rispettive specifiche tecniche, proseguiamo il confronto focalizzando i diversi strumenti scelti.

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Un rapporto di fratellanza: incontro e scontro tra Processo Amministrativo Telematico (PAT) e Processo Civile Telematico (PCT) – Parte 1

Avvocato in Milano e formatore PCT

Formatore PCT ed esperta in informatica giudiziaria applicata

 

La telematizzazione del processo amministrativo costituisce un’ulteriore prova della scelta di campo operata dal nostro legislatore verso una digitalizzazione integrale di tutti i settori della giurisdizione, con l’obiettivo di un ritorno in termini di efficienza del sistema.

Figlio del medesimo piano di informatizzazione, il giovane PAT segue le orme del fratello PCT in riferimento alla data di entrata in vigore estiva – rispettivamente del 1 luglio 2016 e 30 giugno 2014 – e sfrutta, anche grazie ai plurimi rinvii, ben due anni di rodaggio nell’applicazione delle frastagliate norme “telematiche” del processo civile: un fratello più piccolo dunque solo per “età”.

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La sicurezza informatica nello studio legale

di Luca Frabboni
Esperto in informatica giuridica e giudiziaria Maat Srl

Professionisti e PMI maggiormente a rischio

Le tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione, spesso identificate con la sigla inglese ICT (Information and Comunication Tecnology), sono e saranno sempre di più uno strumento fondamentale per il professionista o l’Impresa, qualunque sia il settore in cui si opera e indipendentemente dalla dimensione dell’azienda. L’utilizzo più o meno estensivo dell’ICT richiede di pari passo che sia gestita ed amministrata la sicurezza informatica di tutta l’infrastruttura e dei dati ivi conservati.

Nell’era della dematerializzazione e dell’obbligatorietà del processo telematico, per uno studio legale di qualsivoglia dimensione è fondamentale preservare l’archivio informatico contenente le proprie pratiche ed atti, senza dimenticare l’importanza di mantenere i propri strumenti informatici pienamente operativi ed efficienti.

Professionisti e PMI, in particolare costituiscono un bersaglio molto invitante per criminali informatici e non solo. Rispetto alla realtà più grandi e strutturate, ove sono quasi sempre presenti responsabili IT e competenze specifiche, i dati informatici di professionisti e PMI spesso sono meno al sicuro e protetti, soprattutto per la scarsa consapevolezza dei rischi che si corrono e dei danni che si possono subire. E’ tuttora diffusa la falsa convinzione che le grandi aziende siano più appetibili ai pirati informatici, rispetto alle realtà più piccole e, pertanto, non ci si considera a rischio. La realtà è purtroppo diversa. Un sondaggio realizzato nel 2014 da PriceWaterHouseCoopers indica che il 60% delle PMI ha subito un attacco o una violazione della sicurezza informatica.  Lo stesso Security Breaches Survey 2014 attesta poi in 7-10 giorni i tempi medi necessari all’azienda per ritornare pienamente operativa dopo l’evento.

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La fatturazione elettronica

di Luca Frabboni
Esperto in informatica giuridica e giudiziaria Maat Srl

L’obbligo di fatturazione elettronica verso le pubbliche amministrazioni

Il 31 luglio 2015 l’ Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha pubblicato un nuovo report con i dati aggiornati al 30 giugno 2015, relativi all’adozione della fatturazione elettronica tra imprese e pubbliche amministrazioni. Questi dati sono ancora più significativi se si considerano le date: dal 6 giugno 2014 – entrata in vigore del sistema in via obbligatoria per le amministrazioni centrali, ovvero ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza, cui si sono aggiunte dal  31 marzo 2015 tutte le altre pubbliche amministrazioni – sino al 30 giugno 2015 sono state infatti gestite dal Sistema di Interscambio oltre 10 milioni di fatture elettroniche, con una percentuale di fatture scartate a causa di errori inferiore al 10%.

Come si sono raggiunti così rapidamente questi dati è presto detto. L’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica da parte delle imprese, è coinciso, infatti, con il blocco definitivo del pagamento delle fatture cartacee da parte delle PA, un vero e proprio switch off del formato cartaceo a favore della fattura elettronica.

Di fatto tutte le imprese ed i professionisti, avvocati compresi, che lavorano con enti pubblici e PA si sono dovuti adeguare, dotandosi di apposite e specifiche soluzioni tecniche, ma soprattutto modificando i propri modelli organizzativi. Cambiamenti radicali che hanno certamente avuto impatto maggiore proprio sui singoli professionisti, sicuramente meno attrezzati rispetto alle realtà più grandi.

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