Contributo Unificato: Cosa Cambia con la Legge di Bilancio 2025

La Legge di Bilancio 2025, approvata definitivamente il 28 dicembre 2024, introduce rilevanti modifiche in materia di versamento del contributo unificato nei processi civili. Queste novità, in vigore dal 1° gennaio 2025, impatteranno direttamente sull’iscrizione a ruolo delle cause civili, con l’intento di migliorare l’efficienza e il controllo nel sistema giudiziario. La riforma mira a garantire una gestione più sostenibile dei costi del sistema giudiziario, semplificando il recupero delle somme omesse e promuovendo l’inclusione per le categorie vulnerabili. Inoltre, il sistema intende rispondere agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), incentrando gli investimenti sulla modernizzazione del sistema giudiziario, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza e ridurre i tempi di attesa.

La principale modifica riguarda l’introduzione di un nuovo comma, il comma 3.1, che si inserisce nell’articolo 14 del Testo Unico sulle Spese di Giustizia. Il nuovo comma stabilisce che, fatta salva l’ipotesi di esenzione prevista dalla legge, “la causa non può essere iscritta a ruolo se non è versato l’importo determinato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, lettera a), o il minor contributo dovuto per legge”.

Il contributo unificato, che secondo l’articolo 13 del Testo Unico è pari a 43 euro, non potrà essere ignorato al momento dell’iscrizione a ruolo. In caso di importo pari o inferiore a 43 euro, il versamento dovrà essere completo, senza possibilità di dilazione. Nel caso in cui l’importo dovuto sia superiore, sarà necessario versare almeno i 43 euro iniziali, con la possibilità di saldare il resto in un secondo momento. Tuttavia, il mancato pagamento del contributo, sia parziale che totale, comporterà delle conseguenze.

Nel caso in cui il contributo unificato non venga versato completamente o parzialmente entro il termine di 30 giorni dall’iscrizione a ruolo, il sistema provvederà automaticamente alla riscossione tramite il ruolo, con l’applicazione degli interessi legali e delle sanzioni previste dal D.P.R. n. 115/2002. In questo modo, si mira a rafforzare il controllo sui versamenti, riducendo al minimo le possibilità di omissione e aumentando l’efficacia della riscossione.

Le esenzioni già previste per specifici procedimenti o categorie di soggetti vulnerabili (come disabili o persone con reddito molto basso) rimarranno invariate. In tali ipotesi, non sarà dovuto alcun contributo o sarà dovuta una minor somma. Di conseguenza, la legge di bilancio non modifica le condizioni di esenzione esistenti.

Le modifiche riguardano esclusivamente le cause iscritte a partire dal 1° gennaio 2025. Le cause già iscritte entro il 31 dicembre 2024 seguiranno ancora le norme previgenti, senza alcun impatto delle modifiche introdotte dalla legge di bilancio.